A me è piaciuto perché ho letto il libro: molto fedele.

Non riesco a strutturare una critica solo per il film. 
Bella la frase: "I figli non sono album da colorare come piace a noi" e "E' meglio essere feriti dalla verità che consolati da una menzogna". 
Lo sapevate che la ricostruzione della Kabul anni Settanta è stata girata in Cina? Ovviamente nei territori di confine con l'Afghanistan.
Triste la condizione della popolazione sotto i Talebani...di solito andare al cinema è una catarsi, esci e dici: "tanto era un film!". Già...


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Pubblicato da Laura on sabato 29 marzo 2008
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Sul Corriere ho trovato il sito VoiSieteQui dove, rispondendo a 25 domande, ti mostra a quale partito sei più vicino, collocandoti in una mappa con le distanze.
Mah...nessuna illuminazione, ma se avete tempo e voglia fatelo.
Per fortuna che come più lontano è uscito...eh eh...fiù!


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Pubblicato da Laura on mercoledì 26 marzo 2008
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Al circolo ARCI di Salò alle 21.00 sabato 22 marzo si è tenuta una serata di poesia curata dal Teatro dei Lumi dal titolo "Il poeta parla di sé".

Testi di S. Esenin, C. Baudelaire, A. Rimbaud, D. Campana, F. Garcia Lorca, P.P. Pasolini.
Ad interpretare le letture Francesca Garioni, Debora Righettini, Beatrice Vesnaver (mia madre!), Marzio Manenti (regista).
Serata interessante e molto piacevole. Un posticino grazioso dove ci hanno servito una buona cenetta dopo lo spettacolo. Invito alla prossima serata, il 19 aprile, sulla "Beat generation", tutti i nostalgici degli incontri culturali, ma anche chi vuole perdersi in una serata diversa (di poesia ne ha tanto bisogno il mondo!) ed incontrare belle persone.

Per informazioni teatrodeilumi@alice.it


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Pubblicato da Laura on
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Auguri a quella vita che ha dato vite, 
a quel cordone ombelicale che si è fatto pensiero, 
quando allo specchio guardo le mie origini, 
quando nel mare tempestoso vedo la terra.


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Pubblicato da Laura on
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Tu che fai sorgere il sole dalla mia bocca
Tu che rispondi alle mie parole non pronunciate
Noi
Io nell'apparenza ciò che tu serbi intimamente
Tu dall'esterno ciò che io tengo nascosto
Noi 
chissà chi ci credeva
Noi 
Forti convinti e felici
mano nella mano ci buttiamo nel mondo


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Pubblicato da Laura on martedì 25 marzo 2008
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Ieri con Giancarlo, guida naturalistica di Alternativa Ambiente, io e i miei amori (Piero e Inky) abbiamo fatto un' escursione al Parco dell'Adamello, partendo da Berzo Demo (BS). Doveva essere una gita primaverile, ma visto la nevicata di Pasqua le eriche erano coperte dalla bianca coperta e non abbiamo avvistato il tritone crestato. Abbiamo però visto le orme di lepri, scoiattoli, galli forcelli e volpi. E ho imparato tante curiosità. Ci voleva proprio una giornata diversa dalla grigia Parma, respirare aria buona, godere della vista del paesaggio...ma soprattutto passare una bella giornata con la compagnia giusta!

Vi consiglio di andare sul sito perché ci sono molte iniziative interessanti tutto l'anno.


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Pubblicato da Laura on
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Auguri al mio cognome.

Auguri alle mie mani, ai miei piedi, alle mie lunghe braccia e gambe, alle mie ginocchia.
Auguri all'emotività, all'ambizione e alla bellezza semplice.
Auguri alla fantasia, auguri all'evasione, auguri alla poesia.
Auguri al Maestro.


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Pubblicato da Laura on
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Oggi mi è arrivato l'invito da parte del C.T.I.N. a rinnovare l'esperienza quest'estate ai campi WWF con i bambini (www.campiavventura.it sezione "lavora con noi"). Ci stavo proprio pensando in questi giorni....soprattutto oggi: un anno fa esatto mi sono laureata! Il tempo libero mi ha dato l'opportunità di fare tantissime esperienze. Poi a ottobre è ricominciata l'università e riesco a mantenere (non senza sacrifici e preoccupazioni) l'attività di volontariato coi cavalli. 

La Specialistica è impegnativa, ma molto bella (oltre a essere unica: o adesso o mai più!): sicuramente a lei va la precedenza. Però 10 giorni a luglio coi bambini non me li toglie nessuno (cercherò di dare tutti gli esami prima). Perchè?
Nella mia vita 2 cose mi rendono Laura:
gli animali e i bambini.

Gli animali mi fanno stare bene con me stessa, mi rendono serena e felice.

I bambini tirano fuori la parte migliore di me e mi insegnano a comunicare con gli altri.

Il campo è una terapia per me, accresce la mia autostima, mi mette in gioco, mi costringe a superare paure, timidezze, a essere responsabile e attenta, ad osservare. Escono le emozioni, imparo a gestirle, capisco chi sono e chi voglio essere. 
E soprattutto lo faccio per loro, per buttare un seme che spero darà qualche frutto (rispetto per la natura e tutto quello che riguarda il messaggio WWF, ma anche il rispetto degli altri...che manca in tanti bambini per colpa dei genitori!!!). Se il seme non darà frutti, avrò comunque dato loro modo di divertirsi, in modo sano (non davanti ai videogames)...divertirsi è un diritto, e purtroppo a non tutti i bambini viene concesso. Solo il fatto di avere mille corsi alla settimana, danza, nuoto, piano, ecc. (poi dipende dalla persona) secondo me non lascia spazio per gli amici e per la fantasia...che è quella che permette di divertirsi sempre e ovunque, anche da grandi! Solo chi ha fantasia vede il mondo a colori. Ma a questo dedicherò un intero post, in giorno....
La vita è una storia buffa: ho cominciato a studiare gli animali perché volevo un futuro dove poter  stare da sola con loro. 
Adesso comprendo che per stare da soli bisogna sapere vivere con gli altri. Inoltre grazie a questi studi ho scoperto che io non sono pazza, o meglio, ci sono altri pazzi come me! Conosco sempre belle persone, con le quali riscopro affinità di pensiero e modus vivendi.
Quest' anno, a costo di dare gli esami anche a settembre, faccio richiesta per fare 8 giorni di volontariato in Toscana (sempre WWF) con i bambini affetti da patologie più o meno gravi o piccoli pazienti post-ospedalieri. Purtroppo per lavorare dovrei passarci l'intera estate. Curiosi? Andate su www.dynamocamp.org. Attenzione! C'è tempo solo fino al 30 marzo per mandare il modulo! Poi seguirà un colloquio...
Spero mi prendano!!!
Mi sto accorgendo che anche il blog può essere una terapia: la scrittura mi permette di districare i nodi dei miei pensieri e vederci più chiaro, la condivisione con voi mi fa sentire coccolata e importante perché spero sempre di lanciare belle idee e spunti di riflessione. 
La vita è stupenda quando è condivisa!
Grazie quindi a chi ha piacere di leggere il mio blog, vuol dire che un po' ci tiene a me, e mi farebbe veramente tanto piacere che qualcuno venisse con me in uno dei due campi!



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Pubblicato da Laura on giovedì 20 marzo 2008
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Quella a destra potrebbe essere Olivia...


aaaaaaaaaahahhhhhhhhhhhhaaaaaaaaaaaaaaaaah ;D


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Pubblicato da Laura on domenica 16 marzo 2008
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Oggi a Parma ho trovato lo stand della "mia" Associazione, la LAV. 

Giusto per dimostrarvi che non predico soltanto e poi razzolo male...
Il cioccolato è fondente del commercio equoesolidale ed è veramente ottimo (sì, l'ho già aperto!).
Poi anche la sorpresa, io ho trovato un ciondolo a forma di elefantino, è del commercio equoesolidale ed è molto carina.
Andate domani in piazza!

Con il vostro contributo aiuterete a liberare le galline ovaiole che vivono in gabbie di batteria. Le alternative ci sono: allevamento all'aperto e biologico o allevamento a terra.
Dal 1° gennaio 2012 sarà vietato l'allevamento delle galline nelle gabbie di batteria. Tale scadenza, tuttavia, rischia di essere rinviata. La LAV chiede l'immediata applicazione della direttiva e il bando delle gabbie entro il 2012. 
Le galline in batteria vivono in uno spazio di massimo 30x20 cm, ventilazione e luce forzata per aumentare la produzione di uova, non possono quindi muoversi nè razzolare nè fare bagni di terra come sarebbe nella loro etologia. Osteoporosi e frattura delle ossa sono le conseguenze. I loro arti si deformano e le loro unghie crescono a tal punto da girarsi intorno alle gabbie. Ciò che è peggio, però, sono i danni psicologici. In queste condizioni le galline impazziscono e diventano aggressive fino a diventare cannibali, tanto da subire la mutilazione del becco.
Uno studio della commissione europea afferma che 12 uova "all'aperto" costerebbero 32 centesimi di euro in più rispetto a 12 uova di batteria. Questo vuol dire che un uovo da galline non in gabbia costerà solo 2.6 centesimi in più di uno in batteria. L'aumento sarà di 11 centesimi di euro a settimana per il consumo di uova allevate all'aperto. Mi sembra una differenza irrisoria, cosa dite?
Quando andate al supermercato dovete guardare il codice: il primo numero del codice (che trovate sia sulla confezione sia sul guscio) descrive il sistema di allevamento: 
uova da agricoltura biologica     codice 0
uova da allevamento all'aperto              1
uova da allevamento a terra                   2
uova da allevamento in gabbia               3
N.B. le diciture come "uova di fattoria" o di "campagna" non corrispondono a reali spazi di libertà: sono diciture di fantasia, spesso usate proprio per uova da galline in gabbia!
Se potete, andate direttamente dal contadino!

Per favore, se leggete questo post lasciate un commento, anche se siete contrari. Non voglio imporre, ma vorrei un dialogo costruttivo.


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Pubblicato da Laura on sabato 15 marzo 2008
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Per chi ha letto il post precedente su questo meraviglioso cane, lascio questo messaggio:


ieri sera Juliette è stata accompagnata dal capo branco al suo ultimo respiro.

Oggi il cielo si è annuvolato, così come il mio cuore. 


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Pubblicato da Laura on
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Sbattendo una volta la palpebra dell'occhio sinistro dice di sì, due volte significa no. Sempre con un battito di ciglia ferma l'interlocutore su una lettera dell'alfabeto che gli viene recitato secondo l'ordine di frequenza della lingua francese: "E,S,A,R,I,N,T...". Lettera dopo lettera scrive un libro, da cui faranno un film. 

Questo mutante (come preferisce definirsi lui) o vegetale (come lo definiscono gli altri) è Jean-Dominique Bauby, colpito nel 1995 dalla locked-in-syndrome, prima giornalista e redattore capo di Elle. 
Ho letto il libro e ho visto il film: consiglio il film proprio per la regia particolare e il forte coinvolgimento. Tuttavia il testo del libro è molto poetico ed è piacevole rileggere alcuni passi...soffermarsi.
Molti sono gli spunti di riflessione (ad esempio la magrezza delle modelle, il valore della famiglia), ma esce con forza la voglia di vivere, la moltitudine di cose che possiamo fare e che non sempre apprezziamo. All'inizio la regia è quasi claustrofobica, perchè per la maggior parte del film il punto di vista è quello del suo occhio. 
"Théophile, mio figlio, è seduto là, il viso a cinquanta centimetri dal mio, e io, suo padre, non ho il semplice diritto di passargli la mano tra i folti capelli, di pizzicargli la peluria della nuca, di stringere fino a soffocare il suo corpo morbido e tiepido. Come dirlo? E' mostruoso, ingiusto, disgustoso o orribile? Improvvisamente ne sono spossato. Le lacrime vengono a galla e dalla gola sfugge uno spasmo rauco che fa trasalire Théophile. Non aver paura ometto, ti voglio bene. Sempre intento al suo impiccato, finisce la partita. Ancora due lettere, lui ha vinto e io ho perso. In un angolo del quaderno finisce di disegnare la forca, la corda e il condannato a morte."
Toccante quando Jean-Do comunica all'ortofonista che lei stessa rischia di affondare insieme al suo scafandro, e lei le risponde: "Ma lei è anche la mia farfalla".
Può essere in ogni momento in qualunque posto, basta l'immaginazione e il ricordo.

"Oggi ho l'impressione che la mia esistenza non sia stata altro che...una gara di cui si conosce il risultato ma della quale non si riesce a incassare la vincita"
Un particolare che non ho colto nel film a differenza del libro è il disturbo di cui soffre Jean-Do dovuto all'amplificazione e deformazione dei suoni al di là dei due metri e cinquanta.
Curiosa la figura delle 3 donne: la fidanzata, che nonostante sia innamorata persa ha paura di andarlo a trovare in ospedale e vederlo trasformato; l'ex moglie, che con compassione e pazienza va a fargli visita frequentemente più per amore dei bambini ma da cui traspaiono rimorsi e rimpianti; l'ortofonista, che lui definisce dolce, che sa stargli accanto con pazienza e con il coinvolgimento giusto. 
Dalla 123esima pagina, l'ultima: "C'è nello spazio una chiave per aprire il mio scafandro? Una metropolitana senza capolinea? Una moneta abbastanza forte per riscattare la mia libertà? Bisogna cercare altrove. Ci vado."
Berck-Plage, luglio-agosto 1996
Jean-Dominique muore il 9 marzo del 1997, all'età di 45 anni, pochi giorni dopo aver visto pubblicato il suo libro.
Prima di morire Bauby fonda ALIS, l'Association du Locked-In Syndrome.

Se dovesse capitare a me: potrei rimanere in vita solo grazie alla tv, ai libri, nella contemplazione di paesaggi, nelle parole dolci di persone care? Vivrei da spettatore. No. Preferirei morire.
Dobbiamo allora chiederci se non siamo a volte spettatori nella vita quotidiana, nonostante non siamo paralizzati. Perchè indossiamo lo scafandro? E' meglio essere farfalle: correre maggiori rischi ma volare libere...


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Pubblicato da Laura on venerdì 7 marzo 2008
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Ieri 29 febbraio a Parma si è tenuta una conferenza in occasione del Darwin day, celebrato ogni anno intorno al 12 febbraio (nel 1806 in questa data nacque Darwin), per rendere omaggio a questa grande persona che fece scoperte sensazionali prima che il mondo conoscesse il Dna e la biologia moderna. Il Darwin day esprime gratitudine per i benefici enormi che la conoscenza scientifica, acquisita attraverso la curiosità e l'ingenuità umana, ha dato allo sviluppo dell'umanità. 
I relatori erano docenti dell'università di Milano (Marco Ferraguti), Roma (Gabriele Gentile, Giorgio Manzi, Orlando Franceschelli), Firenze (Laura Beani) e Bologna (il mio vecchio prof Davide Pettener!!! Forse l'avete visto con Susy e Roberto Roversi in "Evoluti per caso").
Invito chi fosse interessato all'argomento di cercare su internet i nomi dei relatori: sulla home page di alcuni troverete informazioni importanti, in particolare Ferraguti consiglia un elenco di siti interessanti sull'evoluzionismo).
In particolare, molto interessanti gli interventi di Beani sulla coda del pavone; in breve, cerco di riassumere per porvi una domanda:
il pavone maschio è bello, mentre la femmina non ha una bella coda e sembra scegliere il pavone che ha più occhi (quei disegni concentrici) sulle piume (non perchè sa contare, ma per un discorso di simmetrie); anche molti uccelli, come quelli del Paradiso, o altri animali presentano ornamenti che hanno solo un vantaggio riproduttivo, ma sono molto svantaggiosi perchè diventano più visibili dai predatori o sono ingombranti. Da quì il discorso di Darwin di "ardent males" e "choosy females". Domanda: anche la donna preferisce l'uomo bello perchè portatore di geni migliori, non ha parassiti o malattie, e potrà darle figli belli che a sua volta avranno successo riproduttivo. Allora, biologicamente ed evolutivamente parlando, come ci spieghiamo i casi di Woody Allen e altri uomini brutti che stanno con belle donne? Ecco che gli ornamenti nell'uomo diventano l'ironia, l'utilizzo di arti che affascinano la femmina (dal canto degli uccelli al canto dell'uomo, al ballo, alla poesia). Ecco che l'etologia animale sconfina nell'antropologia: cosa ci differenzia dagli animali? Noi siamo moderatamente poligami, ma il fatto che ci sposiamo ci "costringe" contro natura? Allora è il cervello che, cambiando le abitudini e quindi l'ambiente, porta ad un'evoluzione biologica. Una mia docente mi aveva risposto dicendo che ciò che ci differenzia è l'amore (?!), per me è la cultura che ha dato vita a civiltà con regole che reprimono l'istinto naturale. A questo punto il discorso diventa interminabile: nessuno vorrebbe essere tradito, ma il tradimento fa parte della nostra biologia...di quella selezione naturale che non è ancora al passo col cervello...e lo sarà mai?
(Ci tengo a precisare che l'ultima parte è frutto delle mie elucubrazioni, non sono parole della Beani...non vorrei metterle in bocca pensieri errati!).
Interessante inoltre il discorso del filosofo Franceschelli: "Dio, natura e Darwin". Anche quì il discorso sarebbe molto lungo, mi limito solo a riportare qualcosa che mi ha fatto girare i cricetini nel cervello: il cambiamento apportato dalla scienza c'è, e che si voglia o meno, va a toccare la religione (oppure la religione si sente toccata...ops, forse ho sbagliato verbo! Diciamo "si sente presa in causa"). Il punto è che la religione dovrebbe reinterpretare la sua storia (Dio creò l'uomo in 7 giorni) e i suoi dogmi alla luce delle nuove scoperte scientifiche, poichè la scienza è in costante cambiamento ed è impensabile che la Chiesa rimanga su convinzioni antiche, perdendo di credibilità. E non è vero che scienza e religione sono due cose distinte, perchè, haimè, ci sono studiosi antidarwinisti che dicono cose aberranti!
Interessante Pettener che con l'Università di Bologna sta facendo un progetto di mappatura del genoma italiano studiando il Dna mitocondriale...voglio informarmi per fare da cavia e sapere tutta la storia del mio genoma!


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Pubblicato da Laura on sabato 1 marzo 2008
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