Dal 5 all’8 novembre a Verona si è tenuta la FieraCavalli, un evento che dovrebbe prevedere un abbonamento per tutti i quattro giorni, tanti sono gli eventi e le opportunità per gli appassionati di equitazione.


Più di 153 mila visitatori, oltre 720 espositori e 920 giornalisti, più di 2.500 cavalli da tutto il mondo: solo alcuni numeri per dare l’idea della notevole importanza di questa Fiera, la maggiore del settore equestre nel panorama europeo.

FieraCavalli è giunta alla sua 111° edizione, la prima si è tenuta nel 1898 in Piazza Bra (dove sorge l’Arena) con il nome “Fiera semestrale dei cavalli”. Per gli appassionati è una tappa annuale obbligata: gli espositori hanno modo di promuovere l’attività, i visitatori di partecipare alle gare, di farsi un’idea del vasto panorama di razze per un eventuale acquisto; altri, approfittare delle offerte nell’abbigliamento o attrezzature per il cavallo.


Per un evento di tale portata è necessaria una buona organizzazione. Ecco perché diventa importante sottoporre ad analisi i vari aspetti organizzativi della Fiera:


Promossa:


  • l’organizzazione stessa della Fiera, impresa non facile quando si tratta di animali (non si tratta di vendere delle moto!);
  • libretto informativo sulla monta western: esibizioni, gare e altre informazioni sul programma giornaliero della Fiera per appassionati della sola monta americana;


per quanto riguarda i contenuti:


  • Pat Parelli: la loro dimostrazione è stata molto efficace. E' stata riscontrata una crescente sensibilità delle persone per la doma dolce negli ultimi tempi e l'afflusso del pubblico attorno all'arena Parelli lo dimostra;
  • Carta Etica: un applauso all’onorevole Francesca Martini che ha firmato questo documento chiedendo l’impegno a tutto il mondo equestre di rispettare e curare il cavallo, contrastare il fenomeno del doping ed evitare la macellazione degli esemplari a fine carriera.


Bocciata:


  • mancanza di prodotti promozionali. Perché non offrire all’entrata un piccolo oggetto in omaggio, magari con un buono sconto da utilizzare in uno degli stand della Fiera?
  • molto il materiale informativo cartaceo, ma dove metterlo? Perché non regalare una borsina? Al Blogfestival avevano dato in omaggio una borsina di tela...che non serviva come alla FieraCavalli, ma è stata apprezzato;
  • mancanza di brochure con la mappa dei padiglioni. All’entrata già nella tarda mattinata di sabato erano finiti e l’hostess ha indirizzato i turisti a reperirli all’ info point (che precisamente non sapeva dove fosse). Diversi i turisti costretti a fotografare un cartello con la mappa! Ci si può imbattere quasi per caso nell'info point e non c’è hostess a cui chiedere informazioni, ma una porta socchiusa e un tavolo con le brochure....finalmente! Perché non sistemare uno stand informativo all'ingresso della Fiera con hostess preparate?
  • tempismo: organizzare tutti quei cavalli e cavalieri non è certo impresa facile, ma non si può scrivere che alle 18.30 c’è il Cutting e alle 19 ancora non aver cominciato.
  • al padiglione “Giardino dei Desideri” doveva esserci l’introduzione di un libro, ma non c’erano segnalazioni al riguardo. Per gli eventi che spostavano di sede c’era l’altoparlante che annunciava le modifiche, forse sarebbe stato utile che nel padiglione stesso venisse in qualche modo annunciato l’evento, con qualche minuto di preavviso, in modo da richiamare curiosi e indirizzare le persone già interessate.
  • servizio ristoro: tempi di attesa di quasi un’ora per due panini e patatine per una mancanza di divisione dei compiti.


Nonostante questo l'amore per il mondo equestre porta ogni anno migliaia di visitatori a chiudere un occhio sui disagi e godersi una bella giornata! Non dimentichiamo inoltre che per gli addetti ai lavori sono previsti convegni, infatti FieraCavalli è un' occasione per fare il punto della situazione su tematiche legate al mondo equestre. Peccato per la sensazione generale di smarrimento...Insomma, può capitare di non sapere quale mossa fare!



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Pubblicato da Laura on giovedì 12 novembre 2009
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Il cane è un predatore, il cavallo una preda. Eppure si può rimanere affascinati da entrambi, parola di Laura. Mi sono chiesta il motivo di questa attrazione per due specie così diverse: in parte ho risposto, ma sto ancora cercando. Non a caso la prefazione di questo romanzo è di Monty Roberts, il “sussurratore” di cavalli per eccellenza. Jan Fennell ha avuto modo di incontrare Monty alle sue prime esibizioni e di rimanere affascinata dal suo modo di comunicare con il cavallo: nessun metodo coercitivo per la doma, ma un linguaggio intimo e gestuale che crea un legame tra cane/cavallo e uomo basato sulla fiducia.

Trovo il romanzo indispensabile per chiunque abbia o desideri un cane. Il linguaggio è semplice ed efficace e contiene le istruzioni per insegnare i comandi di base. Inoltre sono descritti i principi per creare armonia in famiglia in cui il padrone deve giocare il ruolo di leader e il cane di membro subordinato, ma entrambi vivono rilassati e felici.

Riporto di seguito alcuni passi significativi che possano dare l’idea del contenuto del saggio. La Fennell riporta anche alcuni casi di problemi comportamentali che ha risolto grazie ai suoi principi, dando fiducia ai neofiti e prova agli scettici che il metodo funziona:

  • Tutti i problemi che nascono con i nostri cani scaturiscono dalla loro convinzione di essere i leader del branco.
  • Dobbiamo avere la pazienza e la costanza di ribadire, giorno per giorno, la nostra leadership: solo allora il cane capirà di non avere la responsabilità della situazione e si rilasserà, riponendo fiducia nel nostro ruolo di leader.
  • La leadership si raggiunge attraverso il programma del “legame amicale”:

  1. quando il branco si riunisce dopo una separazione, chi è il capo?
  2. quando il branco viene attaccato o deve affrontare dei pericoli, chi lo proteggerà?
  3. quando il branco va a caccia, chi lo guiderà?
  4. quando il branco deve consumare il pasto, chi avrà la precedenza?

  • Quando un membro del branco esce di casa il cane entra in ansia da separazione perché si sente genitore sconvolto che non vede più il suo bambino. Quando quest’ultimo rientra il cane ribadisce la sua leadership saltandogli addosso. Cosa dobbiamo fare per evitarlo? Ignorarlo per 5 minuti, senza usare la voce o la violenza. Quando il cane ci mostrerà di essere tranquillo (sdraiato), possiamo richiamarlo e dargli qualche gesto di affetto.
  • Se il cane salta addosso al padrone o richiede insistentemente le coccole il padrone deve silenziosamente porre una mano sul petto del cane e spingerlo via delicatamente; è importante non usare le maniere forti né parlare. Anche dirgli solo “vai via” è un modo per far capire al cane che ci siamo accorti di lui, permettendogli così di raggiungere il suo scopo. Soltanto una volta passati i cinque minuti, si può iniziare a coinvolgere il cane, sottolineando così l’avvio di una nuova leadership. Molti ritengono crudele ignorare il cane nel modo che ho appena descritto. La mia risposta in questi casi è sempre la stessa: se si riesce a iniziare un rapporto con il cane partendo con il piede giusto, si potrà godere al meglio la sua compagnia. Se ci è consentito portare avanti gli altri compiti di casa senza essere disturbati, saremo in grado di trovare il tempo da passare con i nostri cani e sarà un tempo di qualità. Chiunque possieda un cane può raggiungere questo obiettivo fin dall’inizio; non dico di ignorare i nostri animali da questo momento in poi, potremo ancora coccolarli, ma secondo le modalità della specie. Anche i cani saranno più felici, perché non ci sarà più confusione riguardo a chi deve farsi carico dell’altro.
  • Il cibo viene fornito dal leader. Quindi se lasciamo il cibo sempre a disposizione del cane vuol dire che il cane stesso è il leader. Occorre togliere la ciotola mezzora dopo averla consegnata al cane; se il cane non ha finito di mangiare non importa, la volta successiva capirà che dovrà mangiare in quel lasso di tempo deciso dal leader.
  • I bambini piccoli è meglio non si lascino da soli con i cani, ma a 3 o 4 anni sono già in grado di partecipare al programma, soprattutto se gli viene presentato come un gioco (per fargli smettere di carezzare il cane bisogna infilarsi le mani in tasca!).
  • Zucchine e ananas danno uno sgradevole odore alle feci in caso avessimo un cane con comportamenti di coprofagia.
  • Uno degli aspetti in comune con l’uomo è l’egoismo innato: in qualunque situazione il cane si domanda: “che cosa ci guadagno?”
  • Oggi chi sa vivere in armonia con un cane deve ringraziare più il caso che non le sue conoscenze specifiche, perché è andato perso quel linguaggio istintivo e non verbale che condividevamo con l’animale.
  • Quando due cani si riuniscono dopo una separazione avviene il “saluto ritualizzato”: il membro subordinato lecca il muso del leader.
  • Se il cane ci salta addosso quando torniamo a casa non lo fa perché vuole giocare ma per darci il benvenuto nel branco di cui crede di essere il capo.
  • Noi dobbiamo comportarci da lupo Alfa: ignoriamo i comportamenti indesiderati o eccessivi del cane mentre lodiamo quelli positivi.
  • Per la condotta al guinzaglio bisogna fermarsi ogni volta che il cane inizia a tirare (a mio parere, questo richiede infinita pazienza, ma il tempo che si perde all’inizio si recupera in un buon rapporto col cane poi).
  • Quando il cane entra in un posto sconosciuto, come una nuova abitazione, gli occorrono 48 ore perché valuti l’ambiente e un paio di settimane per individuare il suo posto nella famiglia.
  • Quando un cane appoggia la testa sul collo dell’altro comunica la sua leadership. Anche noi dobbiamo “sfruttare” queste parte vulnerabile.
  • Non accettare mai il gioco del “tiro alla fune” perché il cane si può rendere conto della sua superiorità fisica.

Aggiungo una nota per le anime più sensibili: “leader” non è l’equivalente di “padrone”. Con il metodo di addestramento dolce descritto in questo libro ed effettuato da altri comportamentisti di successo, viene chiesto al cane di eleggere il leader, mentre nessun comando viene imposto al cane dal momento che c’è una reciproca fiducia.

Nei prossimi giorni saranno pronte le recensioni di “Parla con il tuo cane” (il seguito di “Ascolta il tuo cane”) della Fennell, “L’uomo che parla ai cani” di Cesar Millan e “Join-up. La saggezza del cavallo per l’uomo” di Monty Roberts.

Ci tengo molto ad informare sull’etologia del cane e del cavallo perché ci sono libri semplici con principi efficaci che consiglio di leggere ad ogni proprietario di queste splendide creature. Non scoraggiatevi se trovate difficile mettere in pratica i consigli o non vedete risultati: io ho cani con disturbi comportamentali e per me è una sfida giornaliera trovare la soluzione ai nostri problemi di convivenza. Perché mi ostino tanto? Amore.

Buona lettura e aspetto consigli per altri libri!


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Pubblicato da Laura on lunedì 2 novembre 2009
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