Questo romanzo offre le gioie e i tormenti che accompagnano da sempre il grande Woody. I suoi testi comici, al pari dei suoi film sono un fuoco d'artificio di invenzioni, e ci si trova a riflettere su alcuni temi importanti della nostra società che vengono presentati in modo molto originale, umoristico e all'apparenza leggero.

Riporto alcuni passi, tra i tanti divertenti, del capitolo: "Così mangiò Zarathustra":

Nessun filosofo si avvicinò alla soluzione del problema del peso e del senso di colpa finché Cartesio non separò il corpo dalla mente: a questo punto, il corpo poteva rimpinzarsi, mentre la mente pensava: e chissene frega, tanto non sono io.

Il succo dell'arancia è l'essenza stessa dell'arancia resa manifesta - e con questo intendo la vera natura, ciò che dà all'arancia la sua "arancità" e le impedisce, per esempio, di sapere di farina d'avena o di salmone in crosta. Nell'osservante, l'idea di fare colazione con qualcosa di diverso dai cereali produce ansie e timori, ma con la morte di Dio tutto è permesso: si possono consumare a volontà sia le cozze che il profiterole, e persino le alette di pollo piccanti. ....
...I forti mangeranno sempre cibi pesanti e conditi da salse speziate, mentre i deboli piluccheranno tofu e germe di grano, convinti che i loro sacrifici gli varranno una ricompensa in un aldilà dove furoreggiano le grigliate di carne. Ma se, come io sostengo, l'aldilà è un eterno ritorno di questa vita, i miti si ritroveranno a pasteggiare in eterno con cibi a basso contenuto di carboidrati e pollo lesso senza pelle.

Io bevo spremuta d'arancia a colazione e mangio tofu a pranzo...pazienza, non mi ci vedo come Superuomo!

Pubblicato da Laura on lunedì 24 settembre 2007
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