Mulo batte cavallo
Nuovo «lussureggiamento » scoperto, che riguarda le capacità intellettive, risultate superiori a quelle del cavallo e dell'asino. Ciò è quanto hanno dimostrato Leanne Proops, Faith Burtdeen e Britta Ostham delle Università del Sussex e di Canterbury e pubblicato, col titolo Mule cognition: a case of hybrid vigour, sull'ultimo numero di «Animal Cognition».. L'esperimento è consistito nel verificare, in muli, cavalli e asini, le capacità di abbinare simboli visivi (quadrati, croci, cerchi ecc.) all'ottenimento di una rimunerazione (una carota). Ebbene, le due specie pure e il loro ibrido hanno tutte dimostrato di saper apprendere a discriminare tra simboli, presentati a coppie, di cui solo uno garantiva la rimunerazione.
I muli, però, hanno veramente surclassato ( outperformed) sia i cavalli che gli asini mostrando, a parità di condizioni, prestazioni decisamente superiori e, comunque, risultate ad un'analisi statistica altamente significative. E ciò è senza dubbio un'evidente prova del loro lussureggiamento anche mentale. Le autrici informano che questo è il secondo caso noto, dopo i topi, di «eterosi intellettiva». Quanto al mulo, mi pare bello e utile concludere riproponendo la splendida ed ora ancor più suggestiva frase che Peter e Jean Medewar scrissero nel loro delizioso saggio intitolato «Da Aristotele a Zoo»: «La proverbiale cocciutaggine dei muli non va attribuita a niente di più profondo del loro uso da parte di persone abitualmente insensibili agli animali e indifferenti al loro benessere ». Chissà, forse sussurrando garbatamente ordini nelle loro grandi orecchie invece di prenderli sempre a bastonate, potremmo meglio apprezzarne l'ormai comprovata intelligenza.
Danilo Mainardi
Proprio ora che sto entrando nel mondo della Zooantropologia del cavallo...la prossima volta penserò ai muli!
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