Ha vinto il Premio Strega questo ragazzo di soli due anni più vecchio di me. Non solo: chi se lo aspettava da un un dottorando di fisica? Dai, non ditemi che non l'avete pensato. Le materie scientifiche rendono sterili, incapaci di emozionare?
A quanto pare Paolo ce l'ha fatta, e io ho letto il libro tutto d'un fiato. A volte mi sembrava di vederlo in uno dei due personaggi principali, poi, il dramma che racconta mi ha distolto, ricordandomi che mettiamo molto delle nostre vite in quello che scriviamo, ma molto non è tutto. Una storia che a volte infastidisce, a tratti scuote e in altri ti lascia freddo, impotente. A volte ti consola, perché pur essendo molto diverso dal tuo vissuto, è comunque diverso. I drammi delle persone cambiano, ma sono sempre drammi, e si ha bisogno di sapere di non essere soli (anche se è solo un romanzo...). Riporto, come ormai è abitudine in questo blog, alcuni passi, che un po ho sentito miei:

Sua madre abbandonava spesso le frasi a metà, quasi ne scordasse la fine mentre le pronunciava. Quelle interruzioni lasciavano nei suoi occhi e nell'aria delle bolle di vuoto e Mattia immaginava ogni volta di farle scoppiare bucandole con un dito.

"E' l'unica cosa che so fare"disse lui, piano. Avrebbe voluto dirle che studiare gli piaceva perché puoi farlo da solo, perché tutte le cose che studi sono già morte, fredde e masticate. Avrebbe voluto dirle che le pagine dei libri di scuola hanno tutte la stessa temperatura, che ti lasciano il tempo di scegliere, che non fanno mai male e che tu non puoi far loro del male. Ma rimase in silenzio.

C'era uno spazio comune tra di loro, i cui confini non erano ben delineati, dove sembrava non mancare nulla e dove l'aria pareva immobile, imperturbata.

Poi pensò che era la cosa più naturale del mondo e che proprio per questo lui non ne era capace.

"E come? L'avrò sempre lì, sotto gli occhi."
"Appunto" disse Mattia. "E' proprio per questo che non lo vedrai più."

C'era stata una volta e ce n'erano state infinite altre, che Alice non ricordava più, perché l'amore di chi non amiamo si deposita sulla superficie e da lì evapora in fretta.

Consumò quel pensiero al punto di farlo sembrare non più una proiezione quanto piuttosto un ricordo.

Ormai l'aveva imparato. Le scelte si fanno in pochi secondi e si scontano per il tempo restante.

Pubblicato da Laura on lunedì 28 luglio 2008
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2 commenti

  1. anch'io pensavo che le materia scientifiche sterilizzarrero!!!..però devo ricredermi, anche perché non conoscevo bene Paolo Giordano..! ora si! grazie!!!
    ciao

     
  2. Elisa Says:
  3. bello bello mi hai messo la pulce nell'orecchio!
    ho visto tante sue apparizioni televisive in cui parlava del suo libro, ma ora mi hai convinto, corro a prenderlo!
    besos