La scusa per cominciare questo post è avvisarvi della rassegna di eventi di Mosaicoscienze su etologia e ambiente. La prossima, alla quale parteciperò è:
Venerdì 9 ottobre 2009 – SOLFERINO – ore 21 – Sala Civica: “Gli animalisti artisti: dalle scimmie pittrici ai gatti e agli elefanti”, a cura del prof. Giorgio Celli, Emerito Università di Bologna
La vera motivazione di questo post è l'urgenza di esprimere la mia visione di non-comunicazione in ambito scientifico.
Riguardo al programma di eventi citati sopra sul sito di Popolis si legge:
1) conferenze; relatori di fama a livello scientifico
2) l’appendice di MosaicoScienze 2009 vuole rappresentare un percorso di partecipazione tra scienza e cultura del territorio tra le colline moreniche del Garda.
3) i singoli eventi vogliono essere momenti di riflessione e allo stesso tempo proposte di valorizzazione della cultura locale. Non mancheranno il sostegno e l’appoggio di altri enti provinciali come Strada dei Vini e dei Sapori Mantovani, Consorzio Agrituristico Mantovano, Iat Alto Mantovano e Sistema Bibliotecario Ovest Mantovano, a dimostrazione dell’intenzione dell’associazione di aprire i propri orizzonti e mantenere legami forti di collaborazionie con altre realtà territoriali.
Dal sito della Blogfest, che ha avuto luogo lo scorso weekend a Riva del Garda: 1) BarCamp è una rete internazionale di non conferenze aperte i cui contenuti sono proposti dai partecipanti stessi. 2) BarCamp è una nonconferenza, così come solitamente intendiamo per conferenza, che nasce dal desiderio delle persone di condividere e apprendere in un ambiente aperto e libero. 3) il BarCamp è una non-conferenza collaborativa, dove chiunque può “salire in cattedra”, proporre un argomento e parlarne agli altri, con lo scopo di favorire il libero pensiero, la curiosità, la divulgazione e la diffusione dei temi legati al Web. Una non conferenza (unconference) quindi una riunione il cui tema di discussione è deciso dai partecipanti piuttosto che prestabilito in anticipo dagli organizzatori, una riunione aperta i cui contenuti vengono proposti dai partecipanti stessi.
Io sono stata sabato alla Blogfest e posso dire, rispondendo anche a Libero, che quello che dà senso e importanza all'incontro sono le persone stesse: si mostrano "vere" uscendo dall'identità passatemi il termine "nascosta" di blogger. Riassumo? "Io sono il mio blog e ti dimostro che ho voglia di comunicare a 360°". Da quando ho visto nascere i blog ho cominciato a rendermi conto che avrebbe chiarito agli altri, ma soprattutto a me stessa la mia identità: quello che volevo apparire, ma prima di tutto essere (si fa presto a smascherare una falsa identità). Ad un certo punto ricordo addirittura di aver pensato che ci sarebbero state meno patologie psichiche dal momento che ognuno di noi poteva esprimersi, al di fuori dei limiti di tempo imposti dalla quotidianità, dal suo livello di socialità o delle occasioni reali, e ottenere soddisfazioni. Scrivere un blog è come parlare attraverso un grosso megafono dal cielo: qualcuno ti ascolterà e la tua rete sociale si espanderà.
Qual'è il problema?
Noi Scienziati tendiamo ad avere una visione deforme della realtà: pensiamo di poter avere successo con la "fortunata" conoscenza di quel docente, di tanto tempo passato sui libri, di un voto alto e gradito alle nostre famiglie, ma soprattutto non facciamo altro che lamentarci delle poche occasioni professionali, del governo che non investe sul patrimonio naturalistico e dell'ignoranza dilagante della gente che ci trova neotenici nel dedicare la vita agli animaletti (o alle piantine).
Soluzione:
Pensate che i Comunicatori siano più intelligenti di noi? No, solo più svegli!
Consigli:
- Cominciamo ad organizzare dei momenti di condivisione per un costruttivo scambio di informazioni (almeno, penso che le scoperte scientifiche possano viaggiare ad un ritmo più veloce se solo fossimo più generosi nella divulgazione).
- meno critica senza tuttavia perdere di rigore scientifico: nessuno sale in cattedra.
- colonizziamo internet! Mi capita di parlare con persone del "mio mondo" che preferiscono che un certo tipo di sapere sia tramandato di persona. Sono d'accordo sul formare della gente che sappia il fatto suo, ma escluderci dal web significa essere invisibili, mentre partecipare alla vita presente...almeno io solo di quella sono certa e ci tengo molto (discorso forse difficile da capire per i paleontologi) è esserci su internet. Solo con una buona visibilità potrò suscitare la curiosità di qualcuno al quale sarò tenuta a mostrare poi la mia capacità. Io penso che l'unica differenza tra noi e loro è proprio questa: noi lavoriamo sul campo, loro su un mac, ma il punto di partenza è il 2.0, per tutti. Noi abbiamo bisogno di loro, loro di noi: ma non è questo il meccanismo della socialità? Loro hanno il vantaggio di essere uniti, mentre noi siamo divisi per categoria (cinofili, amanti dei cavalli, amanti della fauna marina, selvatica...ma cosa ricaviamo a creare distinzioni? Una gran confusione e poco sapere! Attenzione, non parlo di formazione, sono d'accordo che servano specialisti, ma di informazione, quella che interessa anche al "cittadino").
Quindi, smettiamo di fare distinzioni: l'umanità è una, e io voglio essere insieme a chi vince.